Irpinia a Km 0

Promozione e valorizzazione dell’  economia dei prodotti made in  irpinia, artigianato, prodotti tipici, eccellenze, realizzati e confezionati sul territorio, finalizzate a uno sviluppo sostenibile, non solo la grande distribuzione. Portare a conoscenza, quindi valorizzare sul territorio, dal punto di vista turistico, mediante l’ apertura di un punto vendita  che preveda solo la vendita di prodotti realizzati in irpinia. Partendo dal settore agricolo, fino al settore artigianato, diffondendo  la cultura del consumo responsabile e solidale, portando a conoscenza dei nostri prodotti, che molte volte sono in crisi a causa della grande distribuzione, con l’ apertura di grandi catene commerciali. Progetto guida  di commercio lontano da qualsiasi forma di monopolio: di mercato, di prodotti, di risorse umane e naturali. Promuovendo le realtà che preservano le ricchezze naturali e che si orientino verso parametri di biodiversità e produzione biologica, prediligendo progetti che riguardino, oltre alla dignità dell’uomo, la sostenibilità ambientale, verso prodotti di qualità superiore, integrando nel processo di salvaguardia anche il cosumatore finale. Perché è solo dal confronto e dalla sua continuità che può nascere un’ idea comune, e solo dalla reciproca conoscenza che si può sviluppare, crescere e portare con sé cambiamenti, dimostrando altre vie più creative e sane date soprattutto dalla cooperazione, interna ed esterna di più persone, gruppi e organismi che vivano per uno scambio inclusivo e sano, sia che riguardi prodotti, sia che si tratti di culture delle varie aree del territorio irpino.
Una caratteristica peculiare è la filiera corta, ovvero l’esistenza di un percorso produttivo breve per la materia prima fatto di al massimo tre o quattro passaggi (produzione, trasporto, stoccaggio nei magazzini degli importatori, distribuzione presso i punti vendita ) che rendono il prodotto sempre rintracciabile e che possono portare anche al contatto diretto fra il produttore e il consumatore. In questo, il Commercio Equo e Solidale si distingue fortemente dal commercio tradizionale, la cui filiera è spesso fatta di numerosi passaggi che aumentano notevolmente il profitto di chi mette il prodotto sul mercato, a scapito di chi produce.

Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede un nuovo approccio al consumo, il cosiddetto “km zero”, la cui attenzione primaria è focalizzata sulla filiera di provenienza dei prodotti. Non solo, quindi, si fa la spesa con un occhio al portafoglio, ma si tende a scegliere in modo consapevole, orientando le proprie preferenze su prodotti di provenienza locale.

Il presupposto stesso del “km zero”, inoltre, fa sì che i cibi subiscano un trasportati solo su distanze relativamente brevi, il che consente la riduzione dei consumi energetici e delle conseguenti emissioni di anidride carbonica.

Quindi oltre ad un punto vendita dei solo prodotti del territorio, sia di consumo alimentare che di consumo artigianale, nasce l’idea da parte della cooperativa di promuovere la filiera corta e di rifornire il settore della piccola ristorazione ( agriturismi, che spesso non promuovono i veri prodotti locali).

Le aziende agricole gestite dai produttori locali sono generalmente di dimensioni ridotte, e la presenza estesa di serre rappresenta più l’eccezione che la regola. Ciò significa che gli agricoltori coltivano seguendo i ritmi della natura, e che i prodotti reperibili nei mercati territoriali sono rigorosamente di stagione. Proprio la riscoperta della periodicità dei prodotti ortofrutticoli sta alla base del successo dei farmer markets, in netta contrapposizione con l’astagionalità tipica della grande distribuzione; il consumatore infatti tende ad ‘autoeducarsi’ al fatto di non poter mangiare pomodori a dicembre, o mele a giugno, ritrovando perciò un contatto positivo con la stagionalità dell’alimentazione.

In lavorazione | A breve le linee guide di incentivazione, promozione della filiera corta.